Episch Porzioni – Music Paranoia (2023)

In fondo siamo tutti vittime delle dicerie, dei complotti, dei poteri e delle paranoie. Magari senza occupare i ruoli principali, quelli dei grandi protagonisti che danno vita a simili fenomeni, ma respiriamo alla grande manie, psicosi, polemiche e altre migliaia di tossine. Voglio dire, abbiamo fatto i conti con la pandemia, ci stiamo beccando una dannatissima guerra, siamo in mano a governi a dir poco ambigui… e ci becchiamo, tra gli altri, quelli della terra piatta, quelli del ci spiano costantemente. Abbiamo paure e tormenti, perché siamo pedine, fottutissime pedine di chissà quale fottutissimo gioco.
E allora pensiamo, ci danniamo per provare a starci dentro.
Pensiamo e azzardiamo conclusioni, qualche volta plausibili e qualche volta dissennate.
Dove voglio arrivare? Avete letto recensione di un libro, in alto. Ve lo spiego: Episch Porzioni, l’autore e conduttore di Radio Popolare Network (insieme a Federico Traversa nel programma Rock Is Dead), in questo bellissimo Music Paranoia raccoglie una quantità industriale di storie legate alla cospirazione e al mistero. Come da sottotitolo, il fil rouge è il mondo delle sette notte, il mondo che amo e del quale continuo a scrivere e a parlare. Da cantautore, da musicista e da appassionato, non posso che fare altro che gioire, quando ho in mano volumi di questo tipo.
Ma è così importante la musica, davanti ai problemi reali della società? Ehi, cari miei, la musica da sempre racconta costumi, epoche, momenti, drammi e cambiamenti. La musica viaggia sopra, sotto, a destra e a sinistra della società. Episch Porzioni lo sa bene e, attraverso analisi minuziose (stratosferiche per precisione e accuratezza le biografie dei tanti personaggi presenti nell’opera), torna con passione e vivacità sui fatti più strani, contorti e inquietanti del panorama.
Tantissima ciccia, ve lo assicuro. Ogni capitolo rappresenta una parte del grande puzzle e, di fatto, sarebbe possibile muoversi con disinvoltura qui e lì nel tempo, più o meno dai ‘60 a oggi, entrare nella vita dei grandi artisti e nel cuore dei vari contesti. Sarebbe possibile passare a proprio piacimento da Jimi Hendrix a Billy Corgan, da Chris Cornell ai Judas Priest…
Chiaramente, consiglio la lettura integrale e senza skippaggio, dal primo pezzo dedicato ai Beatles (o secondo le dicerie, presunti tali) fino all’ultima pagina.
Tante vicende, tante leggende metropolitane, tante cazzate raccontate da chissà chi, ma anche tanti dubbi che, se trasformati in paranoia, possono realmente diventare cellule del complottismo.
Morgan Freeman è in realtà Jimi Hendrix?
Is Paul alive?
La CIA cosa sa realmente di Charlie Manson?
Stevie Wonder è davvero cieco?
Esempi, questi sono solo esempi.
L’autore passa in ressegna tutto, fornisce le fonti, ci spiega la nascita di certi miti, facendosi spesso due risate e ricordandoci appunto che in fondo siamo tutti vittime delle dicerie, dei complotti, dei poteri e delle paranoie.
Libro spettacolare, a mio avviso. Una collezione di aneddoti preziosa e scorrevole. In più sempre meglio ripassare le vite dei grandi artisti che la musica ha voluto regalare nel corso del tempo. Ve lo consiglio? Altroché. E tornate a riascoltare anche i brani proposti alla fine di ogni parte.
Presto tornerò a parlare di questo volume, statene certi.

Matteo Kabra Lorenzi – Kaeru (2021)

Dopo il buonissimo Siero Nero, lavoro semiautobriografico, il bravo Matteo Kabra Lorenzi porta in libreria qualcosa di totalmente diverso, un romanzo a metà strada tra il thriller internazionale e lo sci-fi. Lo scrittore e cantautore trentino, ispirato da opere importanti come The Truman Show1984 di Orwell o Cecità di Saramago, piazza un vero e proprio colpaccio pieno zeppo di suspance, di intrecci e di azione.

Al centro della storia un incredibile esperimento sociale e tre individui differentissimi, lontanissimi e al contempo più che legati: il ricco, popolare e, leggendo capirete il perchè, disorientato Denny Di Venuto, l’anonimo Marcello Spatonzi e il brillante ideatore di show Ōshima Kobayashi. Difficile non spoilerare, a questo punto, perchè ogni altro accenno o frammento di trama, di sinossi, potrebbe compromettere e non poco la goduria che questa straordinaria lettura saprebbe sicuramente regalarvi. Giusto fermarsi qui, allora…

Ciò che conta è però l’inquietante e, ahimé, non così fantasiosa visione con la quale Lorenzi prova a stuzzicare i lettori: quanto siamo liberi in questo mondo, in questa folle e assurda società?

Possiamo realmente scegliere oppure qualcosa di molto più grande ci guarda dall’alto? E non stiamo parlando di un’entità divina…

Le idee narrative, studiate fin nel minimo dettaglio, sono eccellenti, talmente intense e, all’apperenza, talmente di difficile comprensione, da spingere noi tutti a proseguire senza possibilità di sosta. Ma sia molto chiaro, una volta aperto il libro, nessuno avrà voglia di fermarsi. L’autore ci spinge nel cuore della storia, nella graziosa e fittizia Corintola Terme, cittadina del Centro Italia, dosando perfettamente indizi e spiegazioni varie fino all’enigmatico finale. Un lavoro difficile per uno scrittore, ve lo assicuro, ma molto appagante per chi legge. I personaggi, mossi da fili parecchio sottili, sono tratteggiati alla grande e sotto tutti i punti di vista, quelli psicologici soprattutto, e tale importante considerazione non può che arricchire il pacchetto. Li amerete e li odierete. Capitolo dopo capitolo, Lorenzi si diverte sempre di più, chissà, magari lasciandosi lui stesso rapire dalle varie vicende, tanto da dover alzare inconsciamente l’asticella letteraria. Che dire, il buon frontman dei Sesto Elemento è forte e continua imperterrito a migliorare la propria opera. E se Kaeru, ‘‘rana’’ in giapponese, significa metaforicamente anche ‘‘ritorno a casa’’  o ‘‘ritorno al punto di partenza’’… beh, non può certo rappresentare questo scrittore. Sì, perché la sua già ottima penna non può che andare avanti.

Lettura obbligatoria e voto molto alto. Pregevole…

https://www.megliodiniente.com/recensione-kaeru-di-matteo-lorenzi/

Matteo Kabra Lorenzi – Siero Nero (2020)

Altra recensione a un amico collega, già pubblicata qui: http://www.megliodiniente.com/recensione-siero-nero-il-romanzo-di-matteo-kabra-lorenzi/

SieroNero_MatteoLorenzi

Prendete un personaggio in carne e ossa, reale, intendo dire, e non partorito dalla mente. Prendetelo, sedetevi comodi, molto comodi, e ascoltate tutto ciò che ha voglia di raccontare della propria esistenza. Ci vorrà tempo, ma alla fine saprete tutto di questo individuo e, senza dubbio, metterete in tasca parecchie cose.
Questo individuo ha un nome, Matteo Lorenzi, e un nome d’arte, Kabra. Canta e suona da un sacco di tempo in una band trentina, i Sesto Elemento. Canta e suona con passione, senza strani grilli per la testa. Tutto ciò che per lui conta è la musica, quella vera, quella pura, quella nata in cantina in compagnia di quattro o cinque amici storici. E proprio concetti nobili come l’amicizia, ma anche come l’amore o come la genuina perseveranza, guidano la narrazione di Teo, mettendo in luce la positività di un ragazzo, che ha il piacere-dovere di ripercorre con onestà momenti buoni e momenti meno buoni. Okay, oltre ai fatti realmente accaduti il nostro oratore inserisce elementi extra, insomma, un po’ di finzione, giusto per regalare brio e per rendere la proprosta ancor più accattivante. Ma ci arriviamo dopo…
Bene, detto questo, il racconto di Teo ha un titolo, Siero Nero. Per la cronaca potete anche leggerlo.
In cinquecento e passa pagine troviamo vita, molta vita, troviamo sogni, speranze e una valanga di aneddoti. L’autore apre lo scrigno dei ricordi con tanta voglia di rivedere sé stesso, forse con un briciolo di nostalgia, di tenerezza, chissà, di rammarico. Nudo e crudo, egli si concentra come detto sul percorso musicale, dalle origini dei Sesto alle esperienze fondamentali. In mezzo incontri importanti, cadute e rinascite, amori iniziati e finiti, situazioni entusiasmanti e delusioni profonde. La cornice principale è quella della quasi fiabesca provincia di Trento, con le montagne e i paeselli a soffiare vento e sussurrare piacevoli malinconie.
Di tanto in tanto ecco poi anche i testi delle canzoni scritte, incise ed eseguite nel corso degli anni, sempre pronte, tra un capitolo e l’altro, a racchiudere in versi i passi salienti della lunga vicenda.
Matteo scrive bene, piuttosto bene, e non bada a spese. La sua penna non ricorda autori in particolare, ma ha il pregio di risultare accessibilissima. La sua penna ha voglia di rendere davvero immortali le storie, di rammentare, di omaggiare amici e compagni di avventura. E lo ripeto, musica al centro, entità e cuore pulsante dell’universo.
Un romanzo di formazione, se dovessimo collocare il testo in un genere.
Ma Teo, mentre racconta, è assalito da un pensiero, da una sorta di dubbio: come può intrattenere, incollare alle pagine ogni lettore e, di conseguenza, chi non lo conosce realmente? Beh, sarebbe meglio inserire una vicenda parallela in grado di conquistare e di rendere più intenso il viaggio. Subentra allora un dipinto puramente fantasioso, come ho accennato precedentemente, uno sfogo creativo e artisticamente valido. Alla strada autobiografica, comunque sempre ben tracciata e argomentata, viene affiancata in maniera egregia quella alternativa, concepita dalla vena pulsante del bravo scrittore. Le situazioni del rocker di Levico Terme sono ora più forti e tratteggiano a pieno le cattive corruzioni di un sistema contorto, in questo caso quello discografico, e le ambizioni accecanti di un musicista in cerca di gloria.
Anche un ragazzo per bene e di sani principi può accidentalmente cadere nel sinistro tranello, quasi violentato dal lato oscuro? La risposta è sì, e il lato oscuro sta tutto nel titolo del romanzo, in quel siero nero ambiguo e pericoloso. Per fortuna il metaforico liquido organico in questione scivola nelle vene a tempo di fiction.
Che dire, senza spoilerare nulla? L’opera prima di Matteo Lorenzi è Matteo Lorenzi stesso, con una buona dose extra in omaggio. Un autore da seguire e che saprà stupirci con il tempo, con l’esperienza e con tutta la sensibilità del caso. Buona lettura, signori. Prendetevi tempo, ve ne servirà, ma entrate in sintonia con una figura spontanea e naturale.

https://www.publistampa.com/edizioni/prodotto/siero-nero/

Carlo Amedeo Coletta – Jerry Comano (2020)

La mia recensione al romanzo di un amico, già pubblicata qui: http://www.megliodiniente.com/14329-2/

Jerry Comano

 

Diciamolo subito, senza troppi giri di parole: Carlo Amedeo Coletta sa scrivere, e sa scrivere bene. La passione per la lettura e la voglia di creare sono assolutamente le chiavi di questo Jerry Comano, un giallo ben architettato e ben prodotto, ferocemente coccolato da profonde venature noir. Insomma, per concepire e proporre al pubblico una storia di questo spessore è necessario avere in mano, oltre al talento, una dose sincera di esperienza, di studio e di contaminazione. Dalla storica e affascinante Lunigiana, Carlo disegna quindi un racconto spietato, preciso, onesto, e lo affida con sicurezza al vecchio Omero, vecchio cantastorie da bar, molto da bar, che conosce davvero tutti i fatti. Ad ascoltare le vicende il giovane Sam, letteralmente rapito dal carisma stralunato dell’anziano signore dall’epico soprannome e, come da titolo della prima edizione, dalla più assurda e spaventosa storia mai sentita. La voce carica di vino scadente del buon Omero pesca dal passato il misterioso ritrovamento del cadavere di Thomas, primogenito della benestante e ambigua famiglia Morris. Per far luce sul caso, l’affascinante avvocatessa Sara Meyer, che ai Morris è molto vicina, ingaggia l’ex poliziotto Jerry Comano. Da questo momento in poi, Omero e Coletta danno vita a un vortice violentissimo di segreti, di passioni, di dolori e di frustrazioni mai curate. Altri omicidi, ovviamente, ma soprattutto le riflessioni e le scelte tristissime dei vari personaggi, individui abbandonate nelle gabbie dei propri spiriti. L’amore è il principale nemico, il sadico manipolatore di anime, la vendetta, ahimé, l’unica possibile opportunità per tentare di recuperare qualcosa. L’autore affronta tematiche di questo tipo, lo fa con classe, con tecnica e con disinvoltura. Eppure in maniera quasi paradossale la sua penna è in grado di muoversi con leggerezza, cosa non proprio facile. Nonostante i frequenti viaggi introspettivi, la narrazione non perde mai ritmo e, cosa ancor più importante, ci tiene realmente incollati alle pagine.
Ditemi voi, non sono forse questi gli aspetti che rendono grande uno scrittore di gialli? E bisognerebbe sempre avere un buon protagonista, una figura forte per quanto umana, nel bene e nel male. Signori, e in questo caso abbiamo Jerry Comano, uno che di demoni nel cuore ne ha abbastanza, ma che non può davvero immaginare un mondo senza giustizia.
Okay, credo sia giusto fermarsi qui. Una buona recensione ha il dovere di illustrare il tutto, senza mai sfiorare maldestramente (e anche meschinamente) il temibile spoiler. Che dire, recuperate il romanzo del bravo Carlo Amedeo Coletta e gustatevi ogni scena. Una sorpresa piacevolissima. Una penna di spessore. Una grande storia. Con la speranza di poter leggere altro, chissà con ancora Comano al timone.

 

Il sito della casa editrice:

https://www.placebookpublishing.it/

 

Stephen King – Revival (2015)

Revival

Finito in tre giorni o quasi. Cosa buona, quindi: King, anche nel 2015, dopo oltre 40 libri pubblicati, riesce ancora a tenere in pugno i lettori. Revival è un gran bel romanzo, e chi se ne frega se in passato la “stessa penna” ha saputo raccontare cose migliori. Le atmosfere (e la dedica iniziale) richiamano in maniera netta i grandi scrittori del passato, da Lovercraft a Stoker, da Mary Shelley a Robert Bloch, e tutto l’insieme, di conseguenza, si tinge di gotico e paranormale.

Jamie Morton, voce narrante, ripercorre tutta la sua vita, dall’infanzia alla vecchiaia, concentrandosi sulla figura di Charles Jacobs, all’inizio giovane e brillante reverendo nella cittadina del New England in cui Jamie e famiglia vivono. Il pastore è intelligente, affascinante e amato dai suoi esigenti parrocchiani e soprattutto da Jamie, che lo vede come un vero e proprio eroe. L’uomo nutre tra l’altro una smisurata passione per l’elettricità, un’ossessione che prende vita nelle sue strabilianti invenzioni. Le tragiche e improvvise morti della moglie e della figlia segnano una svolta nella sua esistenza; Jacobs lascia il paese e perde la fede in Dio.

Dopo trent’anni le strade di Jamie e Jacobs si toccano nuovamente. Il primo è un chitarrista famoso ed eroinomane, mentre il secondo è un imbonitore ambulante, un guaritore, che usa il denaro guadagnato dai suoi “numeri” per portare avanti i suoi esperimenti elettrici. Il piano dell’ex reverendo è tuttavia molto più grande e terrificante: sfidare, conoscere e sconfiggere la morte con la corrente elettrica…

Siamo davanti a un lavoro doloroso, cupo e incredibilmente pessimista. Gli ultimi capitoli non offrono nessuno spiraglio di speranza. Scienza e religione sono colossi che, ahimé, non garantiscono nulla, anzi rendono l’uomo misero, insignificante e tragicamente vulnerabile. King, richiamando atmosfere alla Lovercraft, mostra la più completa diffidenza nei confronti di qualsiasi culto e non concede niente se non il nulla finale. E cosa c’è di più terrificante? Non svelo altro, il romanzo è davvero molto bello, da scoprire pagina dopo pagina. Un libro inquietante che lascia inevitabilmente un profondo vuoto…

Shari Lapena – La coppia della porta accanto (2016)

 

 

Dopo tempo torno a recensire. Questo è l’ultimo romanzo letto…

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Esordio tosto, questo. La penna è quella della canadese Shari Lapena, ex avvocato ed ex insegnante. Un romanzo ben scritto e piuttosto scorrevole considerato il fatto che tra le mani abbiamo fondamentalmente un thriller psicologico, zeppo di cervellotici viaggi. Prima di sinossi, analisi e commenti, sento il dovere di sconsigliare il libro alle neomamme, ai generi particolarmente incazzati con i suoceri e agli imprenditori a un passo dalla bancarotta. Perché? Semplice, una simile lettura non rilasserebbe affatto tali categorie, anzi, potrebbe potenzialmente premere strani tasti della mente. Esagero, ovvio, ma meglio escludere dal target situazioni del tipo…

Veniamo alla trama: base semplice e risvolti complicatissimi. Anne e Marco Conti, i genitori della piccola Cora, vengono invitati a cena dagli ambigui vicini di casa Cinthia e Derek Stillwell. Una festicciola da niente, in amicizia (sì, amicizia fantastica!) che però non prevede la presenza della bambina. La seducente Cinthia, che non gradisce assolutamente i capricci dei poppanti, convince infatti la giovane coppia di “amiconi” a lasciare a casa l’innocente Cora. Per non mandare a rotoli la cena, visto che la fidata baby sitter non è disponibile, Anne e Marco hanno una sola possibilità, quella di staccarsi a turno ogni mezz’ora per andare a controllare la figlioletta. In fondo la loro abitazione è attaccata a quella degli Stillwell e nulla sembra poi così preoccupante. La serata prende però una brutta piega: Cinthia, bella e formosa, inizia a sedurre sempre di più Marco fino a spazientire Anne, di per sé già alle prese con le proprie insicurezze e con la depressione post partum. Esausta la donna decide di concludere l’insostenibile commedia e di tornare a casa… Qualche passo, poi la straziante sorpresa: Cora non è più nella culla. Nessun dubbio, qualcuno l’ha rapita. E’ l’inizio dell’incubo. Da ora ci si trova immersi in un tremendo e dolorosissimo inferno; sensi di colpa, dubbi, tradimenti e fallimenti personali di ogni genere devastano l’equilibrio mentale di Anne e Marco, obbligati di colpo a mettere sul piatto tutto ciò che hanno. Tutto, anche perché per il tenebroso detective Rasbach, per la stampa e per l’opinione generale i coniugi sono assolutamente da includere nella lista dei sospettati.

I colpi di scena in questa storia non mancano di certo, soprattutto nella seconda parte, e per questo motivo non intendo svelare troppo. Ciò che a mio avviso rende il romanzo davvero interessante (eufemismo, se guardiamo la risposta del pubblico) è proprio l’impatto psicologico dei vari personaggi; il lettore sa tutto di loro, si muove con le stesse gambe, pensa con la stessa testa e attraversa ogni singolo pensiero. Dolore e disperazione dominano le anime di una madre e di un padre, di una donna e di un uomo, fragilissimi e miseramente umani, nel bene e nel male. Forse siamo tutti colpevoli per quanto incapaci di affrontare davvero la vita (Marco è la prova perfetta). Forse non possiamo evitare di essere letteralmente calpestati dalla cattiveria, dall’egoismo, dalla perversione, dai guai del percorso quotidiano. In ogni caso, nel dramma, siamo tutti costretti a pagare, a perdere pezzi. La coppia della porta accanto è un perfetto coccio di vita capace di muovere diverse riflessioni e di toccare parecchie insidiose tematiche. Lettura consigliata.

Nota di merito, infine, per i profili del suocero Richard e della conturbante Cinthia: personaggi tanto odiosi, viscidi e bastardi da disgustare chiunque.

Lorenzo Marone – La tristezza ha il sonno leggero (2016)

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Un lavoro interessante e intenso, questo di Marone, autore napoletano del ’74, ricco di riflessioni e di umanità. Erri Gargiulo, protagonista e narratore, è un personaggio fragile, “molle”, del tutto incapace di esprimere davvero le proprie impressioni sul mondo. E’ una figura intelligente, ma che preferisce reprimere emozioni e pensieri. D’altronde la sua storia non è proprio la più ordinaria e semplice possibile; egli ha praticamente due padri, due madri e parecchi fratelli. Una costante altalena tra due famiglie. Vivendo un po’ di qua e un po’ di là, non è riuscito a capir molto della vita. Quando sua moglie Matilde, donna che nonostante “l’impegno” non lo ha reso ancora padre, confessa di punto in bianco di averlo tradito, Erri capisce che è giunto il momento di mettersi finalmente in gioco.

Il romanzo di Marone è una commedia, certo, ma dal sapore agrodolce. La scrittura non è mai banale, i personaggi hanno davvero molto da raccontare e gli aspetti psicologici aprono diverse porte alla riflessione. La struttura generale è una miscela omogenea di tempi andati, spesso lontani, e di ordinario presente. Infanzia, adolescenza ed età adulta. Incontri, ricordi e tanti aneddoti. Erri intraprende un viaggio profondo alla ricerca di sé stesso, con occhio critico, tagliente e incredibilmente umano. La lettura è semplice solo in apparenza, tuttavia piacevolissima. Insomma, un ritratto convincente della classica (più o meno) famiglia allargata e sulle piccole grandi difficoltà della vita. Bello e per nulla scontato.

 

Leonard J.Monk – Soap (2017)

Soap

 

Questo mi è piaciuto molto. Ebook gratuito, reperibile un po’ ovunque. Sì, un noir scritto bene, inquietante, malinconico e buio come la notte. Non ho trovato molte informazioni su Leonard J. Monk, autore interessantissimo e, a mio modo di vedere, piuttosto particolare. Per fortuna le sue pagine parlano per lui. Soap è un ottimo romanzo, veloce come una coltellata e asciutto come un deserto. Il protagonista è Nello, un individuo preso a bastonate dall’esistenza e costretto all’apatia estrema. Apparentemente egli è solo un tassista di Southall, grigia periferia londinese, devoto alla routine e schiacciato dal nulla o quasi. Le sue giornate, le sue notti sono sempre le stesse: telenovela latina alle 20, la cena preparata dalla premurosa madre, gli spostamenti continui nella metropoli che conosce alla perfezione… A consolarlo soltanto l’amore per la musica classica, sorella fedele che lo accompagna nelle ore buie, per le vie infinite di Londra . Ma Nello deve saldare un grosso debito, deve compiere gesti orrendi per conto di un uomo perfido, deve vivere una vita orrenda e parallela. Può uscire del tunnel, certo, riprendere sé stesso. Non manca molto alla fine, ma c’è la criptica Scarlett di mezzo, un po’ amore, un po’ perversione, un po’ donna…

Un noir intenso, davvero ben riuscito. Fantastiche le fotografie di Londra, precise, dettagliate, spesso taglienti. Soap è un libro da leggere e da lasciare entrare. Credetemi.

Strumm – Diario Pulp (2009)

Torniamo a recensire… dopo molto tempo. Perdonatemi, sono un artista “troppo attivo” (o meglio, un casinaro) per riuscire a curare con costanza blog e simili. Però mi trovate, presto o tardi mi trovate. XD

Diario Pulp coverMolti anni fa scaricai gratuitamente la versione in pdf di questo libro e la lasciai parcheggiata in una cartella del mio pc. Ebookgratis.net, questo il sito che ospitava l’ottimo lavoro di Strumm. A distanza di tempo, la mia mente incasinata reclamò la lettura. Cercai in giro per l’hard disk, ma niente, il file era sparito. Forse, anzi, senza forse, il pdf riposa ancora nel vecchio computer, macchinetta per giunta formattata, smontata e riposta in cantina. In ogni caso avevo davvero voglia di leggere Diario pulp, troppa voglia, stavo consumando e assimilando molto materiale del genere per trarre ispirazione (a proposito, WIP!!!). Tornai svelto su ebookgratis, ma con mia grande sorpresa scoprii che il libro non era più disponibile per il download. Cosa fare? Semplice, provai a consultare le pagine online di Edizioni XII, casa editrice del buon Strumm. Chiusa e smantellata, brutto da dire, ma fallita. Peccato, era davvero una fantastica realtà. Mi misi in contatto con qualcuno dell’azienda, non ricordo la risposta precisa, ma sono certo di aver chiesto il formato ebook, da tempo però estinto e sparito dalla faccia della terra. Mi vestii da detective e riuscii a risalire al profilo facebook dell’autore stesso. Molto simpatico e molto disponibile, ma sfortunatamente, oltre a consigliarmi di rivolgermi nuovamente a Edizioni XII, non potè fare molto. Restò come unica opzione la lettura in cartaceo. Amazon e via. Una settimana soltanto e il volume in brossura fu tra le mie mani. Caparbietà e ricerca vennero ripagate alla grande. Diario pulp è spettacolare. Non importa se sono arrivato tardi rispetto all’uscita. Diario pulp è spettacolare. Strumm è un grande autore. Ad avercene…

Strutturato in speciali capitoli dai titoli strambi, per la precisione selvaggi giochi di parole, il romanzo è crudo, violento e spietato, sui binari dei capolavori del pulp (Tarantino e “amici”). Cattivissimo, certo, ma incredibilmente divertente. Ad animare il testo le voci narranti dei campioni, brutti ceffi di una Roma criminale come non mai. Freddure taglienti come spade e schifezze di ogni tipo si susseguono senza lasciar scampo al lettore. Omicidi, pezzi di carne umana, ettolitri di sangue, stranissime sette, prostitute e torture umane inondano le 300 e passa pagine del “diario”, spiazzando e disgustando piacevolemente lo stomaco. Fantastica la scelta del misterioso autore di cambiare ogni volta, da capitolo in capitolo, il punto di vista. A narrare ogni singola vicenda sono infatti i vari personaggi della storia, ora protagonisti e ora complementari. Per capire meglio cosa intendo, beh, basta procurarsi in qualche modo il book. Diario pulp è fantastico. Ovvio, lo consiglio ai lettori hard, a quelli più “cattivi”, e non agli schizzinosi. Io, fedele amante del pulp, dell’hard boiled e della commedia nera, come già detto, ho apprezzato moltissimo il tutto. La parte finale poi, quella dedicata all’Imperatore, avvicinandosi al noir classico, rende il volume ancor più pregiato. Buono, davvero buono. Strumm ci ha regalato un’opera tosta, di grande arte. Chi pensa che l’arte rappresenti soltanto la BELLEZZA delle cose, detto francamente, si sbaglia di BRUTTO. Buona lettura. Divertitevi con Sellero, Zecchinetta e con il resto della squadra… CONSIGLIATISSIMO.

Spero che Strumm in futuro abbia voglia di raccontarci ancora qualcosa.

-LA FRASE: Meglio mettersi con una puttana intenzionata a smettere, che con una santa con segrete ambizioni da zoccola.

Eraldo Baldini – Tre mani nel buio (2001)

Tre maniLo ammetto, non avevo mai letto nulla di Eraldo Baldini, autore di Ravenna piuttosto noto nel campo giallo-noir italiano. Acquistai questo libro parecchio tempo fa, ma solo adesso so di cosa parlare. Bello, intrigante e di facile comprensione. Tre mani nel buio è un’ottima raccolta di romanzi brevi, una trilogia, per l’appunto, carica di suspence e di atmosfere cupe. Le tre storie, tutte ambientate in località di provincia apparentemente tranquille, vedono come protagonisti il commissario Righetti e l’ispettore Cardona, ovviamente al lavoro per risolvere intricati e oscuri casi di omicidio. A legare ulteriormente le vicende è il contesto nostalgico e tragico della malattia, fisica o mentale, che offre diversi spunti di riflessione e che colora le pagine di ambiguità e di inquietudine.
Una caldissima estate, Un trapano in testa e Qualcuno nel buio (per me il migliore), questi i titoli dei tre mini-romanzi, come detto, sono piacevolissimi e sanno intrattenere davvero il lettore. Il libro non presenta quasi nulla di nuovo o di particolarmente originale, sia chiaro, il panorama letterario è pieno zeppo di omicidi, di assassini e di investigator, ma non può deludere nella maniera più assoluta gli amanti del giallo. Consigliato, soprattuto a chi ha voglia di divertirsi tra delitti e misteri all’italiana, senza per forza perdersi in caotici labirinti mentali. Leggerò senza dubbio gli altri lavori di Baldini.