Tempo: il colpevole è sempre lui. La mia intenzione era quella di recensire, tra un aggiornamento e l’altro, i romanzi apprezzati nel corso degli anni. Tuttavia non ho pubblicato molto. Tempo: il colpevole è sempre lui…
Cercherò di rifarmi…
Texas. Prigione. Il dottor Royce ha il compito di iniettare “la fine” ai detenuti condannati a morte. Un lavoro orribile e noioso, sconvolto però dall’ultima esecuzione, quella di Bobby Mencken, un nero accusato di aver ucciso una donna durante una rapina. Sconvolto, sì, perché forse Bobby, ormai giustiziato, non era colpevole. Il medico, alcolizzato e perennemente in lite con la moglie, decide di raggiungere Dallas per scoprire la verità. Qui incontra Colleen ed Eddie, rispettivamente amante e miglior amico di Bobby, oltre che piccoli e ambigui criminali. Entrambi sanno cosa è accaduto la notte dell’arresto di Mencken. Senza nemmeno accorgersene, Royce si ritrova presto coinvolto in un vortice perverso, fatto di alcool, droghe e sesso…
Questa la trama del romanzo, un hard-boiled crudo e feroce, scritto in maniera magistrale. Nisbet ci porta nel centro dello squallore, nei bassifondi della condizione umana, in un turbine ambiguo, misero e violento, così, senza perder tempo. Iniezione letale è un concentrato amarissimo di vita, che non offre particolari risposte, semplicemente immagini dolorose come un pugno nello stomaco. Molto bella la prima parte, quella dedicata agli ultimi istanti di vita di Bobby.
Non un capolavoro, forse, ma di gran valore artistico.