Avery Corman-Il vecchio quartiere (1980)

Il vecchio quartiereDi questo romanzo in rete si trova poco o nulla. Peccato, direi. L’autore è certamente più conosciuto per aver scritto Kramer contro Kramer, dal quale, nel 1979, è stato tratto l’omonimo e pluripremiato film interpetato da Dustin Hoffman. Nel mio primo romanzo Petali cadenti descrissi la vita di un vecchio quartiere periferico, immerso nel grigio e nell’apatia. Inutile dire che, quando scovai per caso questo testo di Corman dalla mia libreria, rimasi sorpreso e incuriosito. Lo lessi in pochi giorni, sperando, lo ammeto, di non scorgere troppe similitudini con il mio libro, pena la depressione totale. Troppa la paura di somigliare a qualcos’altro. Tutto bene, per fortuna: i due lavori erano diversissimi, a prescindere dall’ambientazione. In ogni caso, scampato il pericolo, rimasi conquistato dalla bellezza di quelle pagine…

Steven Robbins, ebreo nato nel Bronx, ha dovuto sbattersi nel vecchio quartiere, ma in fondo, sgomitando qua e là, una carriera degna di nome se l’è costruita in California. Poi, dopo tempo, l’occasione della vita: tornare a New York da pezzo grosso per un importante agenzia pubblicitaria. E da qui comincia la sua crisi esistenziale. Qualcosa non funziona più. In cambio del successo, a pensarci, ha sacrificato troppo e, per di più, il suo felice matrimonio sta cadendo a pezzi. Ecco quindi nuovamente il Bronx, con tutti i ricordi di un tempo, con tutte le sue fotografie ingiallite… Il romanzo è un concentrato di umanità, di verità e di poesia. L’autore coglie nel vivo gli aspetti più controversi e forse dolorosi della società, il tutto con una penna delicata e passionale. Un libro, questo, che meriterebbe molta più attenzione. Secondo me, davvero un gioello della narrativa moderna.

James Ellroy-L.A. Confidential (1990)

L.A. confidentialProbabilmente il lavoro più celebre di Ellroy, strepitoso autore californiano che ha saputo raccontare Los Angeles meglio di chiunque altro. In questo romanzo, il terzo della tetralogia dedicata alla città degli angeli, Ellroy penetra in maniera affilata nelle atmosfere hollywoodiane dei primi ’50, costruendo una trama intricatissima, oscura e sanguigna. Il risultato è un noir di assoluto livello, uno dei più riusciti di sempre. I protagonisti sono tre poliziotti, Ed Exley, Bud White e Jack Vincennes, diversissimi tra loro, ma tutti piuttosto discutibili. La violenta rissa tra agenti e criminali, scoppiata in centrale la notte di Natale del 1951, mette in moto tutta la vicenda, evidenziando i feroci dissapori tra i tre personaggi. Pagina dopo pagina, il lettore viene catapultato in un vortice violentissimo di potere e corruzione, testimoniato di volta in volta dalla stampa scandalistica. Ellroy anche in questo romanzo miscela alla perfezione fiction e realtà, firmando un poliziesco con i fiocchi. L’unico difetto, forse, è la mole infinita di personaggi che, tutti insieme, vanno ad appesantire un po’ troppo la narrazione. In parole povere, se non si è più che concentrati  nella lettura si rischia di perdere spesso il filo. Tolto questo aspetto promuovo a pieni voti l’opera di Ellroy. Chi ama il genere non può farne a meno…

Nel 1997 dal romanzo è stato tratto l’omonimo film con Russel Crow, Kevin Spacey, Guy Pearce e Kim Basinger. Una buona pellicola, tuttavia differentissima ed inferiore al libro.

 

Serge Joncour-Il privilegio di essere una star (2004)

Il privilegio di essere una star coverE se di colpo, senza alcun merito diventassimo celebrità? Se una mattina uscissimo di casa e venissimo sommersi dall’attenzione e dall’entusiasmo della gente? Se il libro, che nemmeno abbiamo scritto, diventasse un best seller? E’ ciò che accade a Georges Frangin, un anonimo e “normalissimo” disoccupato, improvvisamente star. Il romanzo, pubblicato in Italia da Newton e Compton nel 2006, è probabilmente l’ironico ritratto dei nostri giorni, nei quali è la “normalissima normalità” ad essere acclamata. Il sistema mediatico sforna pseudo-divinità a raffica, di dubbio valore, ma idolatrate dalla folla. Già, perché la folla ha continuamente bisogno di idoli da acclamare e da amare, a prescindere. Nell’era dei reality e dei talent show, per una “stella” l’importante e saper cogliere l’occasione, esser baciati dalla fortuna al momento giusto. Capacità, qualità e impegno contano poco o quasi e la sola difficoltà sta nel riuscire a mantenere il più possibile i successi e i privilegi acquisiti… Sì, perchè si torna “piccoli” e anonimi con la stessa rapidità con la quale si è diventati “grandi”, e spazio ad altri fenomeni! Quello di Joncour è un romanzo sarcastico, satirico e intelligente come pochi, capace (forse) di aprire la mente di una massa, sempre più pilotata verso discutibilissimi e apparenti talenti.

-LA FRASE:Giorno dopo giorno, mi meravigliavo dei vantaggi che mi venivano dall’essere famoso, la cosa mi offriva uno splendore, una luce che mi calzava come un guanto, in grado di compensare abbondantemente la mancanza di personalità.

Chuck Palahniuk-Fight Club (1996)

Fight Club cover

Nell’ultimo decennio si è parlato tanto dell’opera prima di Chuck Palahniuk, autore di culto dalla penna cruda ed affilata, tantissimo.  L’omonimo film del 1999, tratto dal romanzo e divinamente interpretato da Edward Norton e Brad Pitt, ha incrementato notevolmente la forza di un testo a mio avviso già straordinario. Nessun dubbio: Fight Club è un romanzo unico, uno di quelli che almeno una volta nella vita bisognerebbe “ingerire”.  Il protagonista è un anomimo e frustrato consulente assicurativo che, per trovare un minimo di equilibrio, inizia a frequentare gruppi d’ascolto per individui affetti da incurabili malattie. La sua esistenza viene definitivamente stravolta dall’incontro con Tyler Durden, una sorta di santone moderno, assolutamente critico nei confronti della società contemporanea, sottomessa dal consumismo e dall’apatia. I due trovano un modo per sfogare la propria rabbia, fondando un club di lotta clandestina. Lo scontro fisico nelle cantine di un bar, forse più metaforico che reale, rappresenta lo sfogo massimo e cruento contro l’io incatenato al grigiore di un ufficio, di una legge, di un dogma, di un logo pubblicitario, di un qualsiasi rapporto. Dalle pagine straripano isterico nichilismo e, quasi paradossalmente, satira nera come la notte. La psicologia dei personaggi è raffigurata magistralmente, tuttavia in maniera glaciale, asciutta, senza troppi giri di parole ad abbellire la prosa o a rendere il tutto più appetibile. In sintesi: zero buon gusto e zero poesia.                                                                                                                                                     Che dire, Fight Club è sicuramente una pillola velenosissima, cinica, spietata, esasperata, ma, ahimè, piuttosto veritiera. E’ un testo incredibilmente pulp, alienante, al contempo divertente e di facile lettura.  Leggere, quindi, leggere e leggere…

-LA FRASE:Se ti svegliassi a un’ora diversa in un posto diverso, ti sveglieresti come una persona diversa?

-LA CURIOSITA’:Il romanzo diventò un best seller solo dopo l’uscita del film. Inizialmente ebbe scarso successo.

Intervista per Lettere Animate (Settembre 2014)

Riporto sul blog l’intervista per Lettere Animate, la mia casa editrice.

Intervista lettere animate

Presentazione autore
Sono Riccardo Gramazio, un autore milanese classe ‘86. “Sonnifera” è il mio secondo romanzo, il primo pubblicato da Lettere Animate.

Il Libro e i suoi protagonisti
“Sonnifera” è un libro particolare e da me amatissimo. Il protagonista è Terry Stones, un cantante rock che, dopo aver raggiunto il successo e dopo aver provato l’amarezza del fallimento, si ritrova a fare i conti con il passato e con i suoi stessi errori. La storia si muove su più livelli, perennemente in bilico tra sogno e realtà fino all’inaspettato epilogo. Gran parte della vicenda è ambientata nella California meridionale, terra mitica, osannata e talvolta ambigua, terra che il protagonista ama e disprezza allo stesso modo.

Ispirazione
Musica e letteratura sono le colonne portanti della mia vita. Con “Sonnifera” ho voluto unire i due universi in maniera decisa e omogenea al contempo. Il risultato mi ha soddisfatto molto. Altra componente fondamentale è la rabbia che, attraverso la voce irriverente del protagonista, attacca un sistema sempre più finto e apatico, oltre che posseduto dai media e dai pregiudizi. Ecco, con questo romanzo ho voluto togliermi qualche sassolino dalle scarpe.

Il genere del libro
Non so bene cosa sia “Sonnifera”, davvero. E’ sicuramente un’opera di narrativa, ma con molte sfaccettature a modellarne la struttura. Sa commuovere, sa divertire e, soprattutto, sa intrattenere. Credo sia difficile etichettarlo o collocarlo in un determinato genere letterario. Qualcuno lo ha definito un romanzo pulp, ma non ne sono poi così sicuro. Lascio ai lettori l’arduo compito.

Lo stile di scrittura
Il libro si dissocia abbastanza dal mio stile abituale. Ho voluto dare al testo una buona dose di psichedelia, capace, capitolo dopo capitolo, di spiazzare e ipnotizzare il lettore. Sogno e realtà si sfidano pagina dopo pagina, rendendo la narrazione intensa e frenetica. Non è stato semplice mettere in piedi qualcosa di avvincente, caotico e coerente allo stesso tempo. Per far sì che tutto alla fine reggesse ho dovuto rileggermi infinite volte, e non senza difficoltà. Anche in questo caso posso ritenermi soddisfatto.

Il target
Mia nonna non leggerebbe volentieri un romanzo di questo tipo. Tuttavia penso di poter raggiungere una buona fetta di pubblico, soprattutto quella più arrabbiata e speranzosa. Credo sia destinato ai sognatori, ai delusi, ai sensibili, ai giovani e ai giovani cresciuti. Del resto il protagonista è un sognatore, un deluso, un sensibile…

Quanto c’è di tuoi nel libro?
Molto, moltissimo. Non sono Terry, ma condivido gran parte delle sue idee. Poi, come dicevo, c’è molta musica, parte integrante della mia vita.

A proposito, “Sonnifera” è uscito per Lettere Animate poco dopo la pubblicazione del mio primo disco solista “Solamente Numeri”, disponibile su tutti gli store digitali e firmato con lo pseudonimo Ricky Rage. Ok, questo è spam allo stato puro!

Tempo di scrittura
Ho impiegato circa due anni per ultimare il romanzo. Non tantissimo, ma nemmeno poco. Non vivo purtroppo di sola scrittura e il tempo è davvero merce rara.
Inoltre, per rendere il tutto credibile e appetibile, ho dovuto studiare e sperimentare parecchio…

Cosa rappresenta per te
“Sonnifera” raccoglie ciò che rimane della mia rabbia adolescenziale e di tutti quei sogni brutalmente infranti dalla quotidianità. Per scriverlo ho lasciato andare la penna, senza porre limiti di alcun tipo. Sì, è un lavoro importante per me.

Perché dovrebbero leggerlo
Si divertirebbero e si emozionerebbero. Il romanzo è forte, ricco di suspense pur non essendo un thriller, e il finale, a mio avviso, va ben oltre l’effetto sorpresa. In più, penso che un personaggio come Terry Stones valga da solo il prezzo del libro. Così anarchico, passionale e sincero non può che suscitare simpatia.

Un saluto a tutti. Aspetto con ansia le vostre opinioni.