Aggiornamenti dallo studio…

Anche se non ne parlo spessissimo, i lavori in studio procedono alla grande. Purtroppo non posso dare ancora una data precisa, ma il nuovo disco sta prendendo davvero una forma interessante, piuttosto sorprendente. Il risultato finale avrà sicuramente il sapore dei ’60/’70, ma presenterà anche aspetti più freschi e sperimentali…

Mi sto divertendo molto!

 

 

 

“Sonnifera” recensito da Roberta De Tomi

http://notfactsonlywords.blogspot.it/2015/09/sonnifera-riccardo-gramazio-ci-fa.html

Ringrazio la preparatissima Roberta per le parole spese sul mio conto. Purtroppo non ho condiviso tutto e ho provato a chiarire alcuni punti nello spazio dedicato ai commenti. In ogni caso, tali episodi fanno parte del gioco. E il gioco mi piace XD. Se i toni sono corretti, onesti e civili, beh,  il confronto diventa tassello fondamentale. Buona lettura.

Stanley Pean-Zombi Blues (1996)

Aggiorno il blog (rimasto a lungo “scoperto”), dedicando due righe a questo romanzo. Lo acquistai diverso tempo fa, ma solo settimana scorsa, in vacanza, ho deciso di leggerlo.

Zombi blues

Zombi blues è un romanzo davvero particolare, ottimamente strutturato e dalla prosa pregevole. Lo stile dell’autore, nato ad Haiti e cresciuto in Canada, è piuttosto elegante, pieno zeppo di metafore e di richiami poetici, musicali. Quasi a dispetto di ciò, la vicenda narrata si rivela invece cupa e sanguinosa, inquietante e profondamente noir. Credo che la forza del romanzo nasca proprio dal conflitto tra delicatezza di prosa e violenza di trama. Il risultato è ipnotico, viscerale. Le tinte sono decise, ulteriormente arricchite dalla storia e dal folklore di Haiti, isola che il buon Péan ama e che disegna alla grande con gli occhi dei suoi personaggi.

Tutto inizia a Port-au-Prince, nel dramma della dittatura, quando una coppia di diplomatici canadesi si ritrova ad assistere alla morte di una giovane haitiana. La misteriosa donna stringe tra le braccia un neonato, il piccolo Gabriel, che i due decidono di salvare e di portare a Montréal. Dal prologo passano trent’anni circa. Gabriel ha rotto i rapporti con la famiglia adottiva ed è ora, nonostante i gravi problemi con la bottiglia, un prodigioso trombettista jazz, molto attivo con il proprio quintetto. E’ di fatto il ritorno del musicista in Quebéc, complice una tournée, a risvegliare vecchi fantasmi del passato e ad azionare tutto il flusso narrativo. L’antagonista in Zombi blues è il sadico e corpulento Minville, ex eminenza del regime haitiano, giunto a Montrèal con il fedele Faustin e con il tremendo Caliban, un grosso albino dall’aspetto demoniaco. Minville è cattivo, spietato e sta cercando qualcosa, qualcosa che ancora lega Gabriel, in arte D’ArqueAngel, ad Haiti…

In questo romanzo c’è molto, moltissimo. Amori proibiti, credenze vudù, situazioni politiche e suoni vengono miscelati con classe, capitolo dopo capitolo, fino a completare l’intero quadro. Probabilmente lo stile “massiccio” dell’autore potrebbe non convincere tutti, ma il libro, a mio avviso, ha valore da vendere e offre notevoli spunti di riflessione. Alcuni passi poi, e questo lo affermo da scrittore, sul piano tecnico sono addirittura straordinari, talmente belli da dover essere letti e riletti…