Matteo Kabra Lorenzi – Siero Nero (2020)

Altra recensione a un amico collega, già pubblicata qui: http://www.megliodiniente.com/recensione-siero-nero-il-romanzo-di-matteo-kabra-lorenzi/

SieroNero_MatteoLorenzi

Prendete un personaggio in carne e ossa, reale, intendo dire, e non partorito dalla mente. Prendetelo, sedetevi comodi, molto comodi, e ascoltate tutto ciò che ha voglia di raccontare della propria esistenza. Ci vorrà tempo, ma alla fine saprete tutto di questo individuo e, senza dubbio, metterete in tasca parecchie cose.
Questo individuo ha un nome, Matteo Lorenzi, e un nome d’arte, Kabra. Canta e suona da un sacco di tempo in una band trentina, i Sesto Elemento. Canta e suona con passione, senza strani grilli per la testa. Tutto ciò che per lui conta è la musica, quella vera, quella pura, quella nata in cantina in compagnia di quattro o cinque amici storici. E proprio concetti nobili come l’amicizia, ma anche come l’amore o come la genuina perseveranza, guidano la narrazione di Teo, mettendo in luce la positività di un ragazzo, che ha il piacere-dovere di ripercorre con onestà momenti buoni e momenti meno buoni. Okay, oltre ai fatti realmente accaduti il nostro oratore inserisce elementi extra, insomma, un po’ di finzione, giusto per regalare brio e per rendere la proprosta ancor più accattivante. Ma ci arriviamo dopo…
Bene, detto questo, il racconto di Teo ha un titolo, Siero Nero. Per la cronaca potete anche leggerlo.
In cinquecento e passa pagine troviamo vita, molta vita, troviamo sogni, speranze e una valanga di aneddoti. L’autore apre lo scrigno dei ricordi con tanta voglia di rivedere sé stesso, forse con un briciolo di nostalgia, di tenerezza, chissà, di rammarico. Nudo e crudo, egli si concentra come detto sul percorso musicale, dalle origini dei Sesto alle esperienze fondamentali. In mezzo incontri importanti, cadute e rinascite, amori iniziati e finiti, situazioni entusiasmanti e delusioni profonde. La cornice principale è quella della quasi fiabesca provincia di Trento, con le montagne e i paeselli a soffiare vento e sussurrare piacevoli malinconie.
Di tanto in tanto ecco poi anche i testi delle canzoni scritte, incise ed eseguite nel corso degli anni, sempre pronte, tra un capitolo e l’altro, a racchiudere in versi i passi salienti della lunga vicenda.
Matteo scrive bene, piuttosto bene, e non bada a spese. La sua penna non ricorda autori in particolare, ma ha il pregio di risultare accessibilissima. La sua penna ha voglia di rendere davvero immortali le storie, di rammentare, di omaggiare amici e compagni di avventura. E lo ripeto, musica al centro, entità e cuore pulsante dell’universo.
Un romanzo di formazione, se dovessimo collocare il testo in un genere.
Ma Teo, mentre racconta, è assalito da un pensiero, da una sorta di dubbio: come può intrattenere, incollare alle pagine ogni lettore e, di conseguenza, chi non lo conosce realmente? Beh, sarebbe meglio inserire una vicenda parallela in grado di conquistare e di rendere più intenso il viaggio. Subentra allora un dipinto puramente fantasioso, come ho accennato precedentemente, uno sfogo creativo e artisticamente valido. Alla strada autobiografica, comunque sempre ben tracciata e argomentata, viene affiancata in maniera egregia quella alternativa, concepita dalla vena pulsante del bravo scrittore. Le situazioni del rocker di Levico Terme sono ora più forti e tratteggiano a pieno le cattive corruzioni di un sistema contorto, in questo caso quello discografico, e le ambizioni accecanti di un musicista in cerca di gloria.
Anche un ragazzo per bene e di sani principi può accidentalmente cadere nel sinistro tranello, quasi violentato dal lato oscuro? La risposta è sì, e il lato oscuro sta tutto nel titolo del romanzo, in quel siero nero ambiguo e pericoloso. Per fortuna il metaforico liquido organico in questione scivola nelle vene a tempo di fiction.
Che dire, senza spoilerare nulla? L’opera prima di Matteo Lorenzi è Matteo Lorenzi stesso, con una buona dose extra in omaggio. Un autore da seguire e che saprà stupirci con il tempo, con l’esperienza e con tutta la sensibilità del caso. Buona lettura, signori. Prendetevi tempo, ve ne servirà, ma entrate in sintonia con una figura spontanea e naturale.

https://www.publistampa.com/edizioni/prodotto/siero-nero/

Carlo Amedeo Coletta – Jerry Comano (2020)

La mia recensione al romanzo di un amico, già pubblicata qui: http://www.megliodiniente.com/14329-2/

Jerry Comano

 

Diciamolo subito, senza troppi giri di parole: Carlo Amedeo Coletta sa scrivere, e sa scrivere bene. La passione per la lettura e la voglia di creare sono assolutamente le chiavi di questo Jerry Comano, un giallo ben architettato e ben prodotto, ferocemente coccolato da profonde venature noir. Insomma, per concepire e proporre al pubblico una storia di questo spessore è necessario avere in mano, oltre al talento, una dose sincera di esperienza, di studio e di contaminazione. Dalla storica e affascinante Lunigiana, Carlo disegna quindi un racconto spietato, preciso, onesto, e lo affida con sicurezza al vecchio Omero, vecchio cantastorie da bar, molto da bar, che conosce davvero tutti i fatti. Ad ascoltare le vicende il giovane Sam, letteralmente rapito dal carisma stralunato dell’anziano signore dall’epico soprannome e, come da titolo della prima edizione, dalla più assurda e spaventosa storia mai sentita. La voce carica di vino scadente del buon Omero pesca dal passato il misterioso ritrovamento del cadavere di Thomas, primogenito della benestante e ambigua famiglia Morris. Per far luce sul caso, l’affascinante avvocatessa Sara Meyer, che ai Morris è molto vicina, ingaggia l’ex poliziotto Jerry Comano. Da questo momento in poi, Omero e Coletta danno vita a un vortice violentissimo di segreti, di passioni, di dolori e di frustrazioni mai curate. Altri omicidi, ovviamente, ma soprattutto le riflessioni e le scelte tristissime dei vari personaggi, individui abbandonate nelle gabbie dei propri spiriti. L’amore è il principale nemico, il sadico manipolatore di anime, la vendetta, ahimé, l’unica possibile opportunità per tentare di recuperare qualcosa. L’autore affronta tematiche di questo tipo, lo fa con classe, con tecnica e con disinvoltura. Eppure in maniera quasi paradossale la sua penna è in grado di muoversi con leggerezza, cosa non proprio facile. Nonostante i frequenti viaggi introspettivi, la narrazione non perde mai ritmo e, cosa ancor più importante, ci tiene realmente incollati alle pagine.
Ditemi voi, non sono forse questi gli aspetti che rendono grande uno scrittore di gialli? E bisognerebbe sempre avere un buon protagonista, una figura forte per quanto umana, nel bene e nel male. Signori, e in questo caso abbiamo Jerry Comano, uno che di demoni nel cuore ne ha abbastanza, ma che non può davvero immaginare un mondo senza giustizia.
Okay, credo sia giusto fermarsi qui. Una buona recensione ha il dovere di illustrare il tutto, senza mai sfiorare maldestramente (e anche meschinamente) il temibile spoiler. Che dire, recuperate il romanzo del bravo Carlo Amedeo Coletta e gustatevi ogni scena. Una sorpresa piacevolissima. Una penna di spessore. Una grande storia. Con la speranza di poter leggere altro, chissà con ancora Comano al timone.

 

Il sito della casa editrice:

https://www.placebookpublishing.it/