Matteo Kabra Lorenzi – Kaeru (2021)

Dopo il buonissimo Siero Nero, lavoro semiautobriografico, il bravo Matteo Kabra Lorenzi porta in libreria qualcosa di totalmente diverso, un romanzo a metà strada tra il thriller internazionale e lo sci-fi. Lo scrittore e cantautore trentino, ispirato da opere importanti come The Truman Show1984 di Orwell o Cecità di Saramago, piazza un vero e proprio colpaccio pieno zeppo di suspance, di intrecci e di azione.

Al centro della storia un incredibile esperimento sociale e tre individui differentissimi, lontanissimi e al contempo più che legati: il ricco, popolare e, leggendo capirete il perchè, disorientato Denny Di Venuto, l’anonimo Marcello Spatonzi e il brillante ideatore di show Ōshima Kobayashi. Difficile non spoilerare, a questo punto, perchè ogni altro accenno o frammento di trama, di sinossi, potrebbe compromettere e non poco la goduria che questa straordinaria lettura saprebbe sicuramente regalarvi. Giusto fermarsi qui, allora…

Ciò che conta è però l’inquietante e, ahimé, non così fantasiosa visione con la quale Lorenzi prova a stuzzicare i lettori: quanto siamo liberi in questo mondo, in questa folle e assurda società?

Possiamo realmente scegliere oppure qualcosa di molto più grande ci guarda dall’alto? E non stiamo parlando di un’entità divina…

Le idee narrative, studiate fin nel minimo dettaglio, sono eccellenti, talmente intense e, all’apperenza, talmente di difficile comprensione, da spingere noi tutti a proseguire senza possibilità di sosta. Ma sia molto chiaro, una volta aperto il libro, nessuno avrà voglia di fermarsi. L’autore ci spinge nel cuore della storia, nella graziosa e fittizia Corintola Terme, cittadina del Centro Italia, dosando perfettamente indizi e spiegazioni varie fino all’enigmatico finale. Un lavoro difficile per uno scrittore, ve lo assicuro, ma molto appagante per chi legge. I personaggi, mossi da fili parecchio sottili, sono tratteggiati alla grande e sotto tutti i punti di vista, quelli psicologici soprattutto, e tale importante considerazione non può che arricchire il pacchetto. Li amerete e li odierete. Capitolo dopo capitolo, Lorenzi si diverte sempre di più, chissà, magari lasciandosi lui stesso rapire dalle varie vicende, tanto da dover alzare inconsciamente l’asticella letteraria. Che dire, il buon frontman dei Sesto Elemento è forte e continua imperterrito a migliorare la propria opera. E se Kaeru, ‘‘rana’’ in giapponese, significa metaforicamente anche ‘‘ritorno a casa’’  o ‘‘ritorno al punto di partenza’’… beh, non può certo rappresentare questo scrittore. Sì, perché la sua già ottima penna non può che andare avanti.

Lettura obbligatoria e voto molto alto. Pregevole…

https://www.megliodiniente.com/recensione-kaeru-di-matteo-lorenzi/

Matteo Kabra Lorenzi – Siero Nero (2020)

Altra recensione a un amico collega, già pubblicata qui: http://www.megliodiniente.com/recensione-siero-nero-il-romanzo-di-matteo-kabra-lorenzi/

SieroNero_MatteoLorenzi

Prendete un personaggio in carne e ossa, reale, intendo dire, e non partorito dalla mente. Prendetelo, sedetevi comodi, molto comodi, e ascoltate tutto ciò che ha voglia di raccontare della propria esistenza. Ci vorrà tempo, ma alla fine saprete tutto di questo individuo e, senza dubbio, metterete in tasca parecchie cose.
Questo individuo ha un nome, Matteo Lorenzi, e un nome d’arte, Kabra. Canta e suona da un sacco di tempo in una band trentina, i Sesto Elemento. Canta e suona con passione, senza strani grilli per la testa. Tutto ciò che per lui conta è la musica, quella vera, quella pura, quella nata in cantina in compagnia di quattro o cinque amici storici. E proprio concetti nobili come l’amicizia, ma anche come l’amore o come la genuina perseveranza, guidano la narrazione di Teo, mettendo in luce la positività di un ragazzo, che ha il piacere-dovere di ripercorre con onestà momenti buoni e momenti meno buoni. Okay, oltre ai fatti realmente accaduti il nostro oratore inserisce elementi extra, insomma, un po’ di finzione, giusto per regalare brio e per rendere la proprosta ancor più accattivante. Ma ci arriviamo dopo…
Bene, detto questo, il racconto di Teo ha un titolo, Siero Nero. Per la cronaca potete anche leggerlo.
In cinquecento e passa pagine troviamo vita, molta vita, troviamo sogni, speranze e una valanga di aneddoti. L’autore apre lo scrigno dei ricordi con tanta voglia di rivedere sé stesso, forse con un briciolo di nostalgia, di tenerezza, chissà, di rammarico. Nudo e crudo, egli si concentra come detto sul percorso musicale, dalle origini dei Sesto alle esperienze fondamentali. In mezzo incontri importanti, cadute e rinascite, amori iniziati e finiti, situazioni entusiasmanti e delusioni profonde. La cornice principale è quella della quasi fiabesca provincia di Trento, con le montagne e i paeselli a soffiare vento e sussurrare piacevoli malinconie.
Di tanto in tanto ecco poi anche i testi delle canzoni scritte, incise ed eseguite nel corso degli anni, sempre pronte, tra un capitolo e l’altro, a racchiudere in versi i passi salienti della lunga vicenda.
Matteo scrive bene, piuttosto bene, e non bada a spese. La sua penna non ricorda autori in particolare, ma ha il pregio di risultare accessibilissima. La sua penna ha voglia di rendere davvero immortali le storie, di rammentare, di omaggiare amici e compagni di avventura. E lo ripeto, musica al centro, entità e cuore pulsante dell’universo.
Un romanzo di formazione, se dovessimo collocare il testo in un genere.
Ma Teo, mentre racconta, è assalito da un pensiero, da una sorta di dubbio: come può intrattenere, incollare alle pagine ogni lettore e, di conseguenza, chi non lo conosce realmente? Beh, sarebbe meglio inserire una vicenda parallela in grado di conquistare e di rendere più intenso il viaggio. Subentra allora un dipinto puramente fantasioso, come ho accennato precedentemente, uno sfogo creativo e artisticamente valido. Alla strada autobiografica, comunque sempre ben tracciata e argomentata, viene affiancata in maniera egregia quella alternativa, concepita dalla vena pulsante del bravo scrittore. Le situazioni del rocker di Levico Terme sono ora più forti e tratteggiano a pieno le cattive corruzioni di un sistema contorto, in questo caso quello discografico, e le ambizioni accecanti di un musicista in cerca di gloria.
Anche un ragazzo per bene e di sani principi può accidentalmente cadere nel sinistro tranello, quasi violentato dal lato oscuro? La risposta è sì, e il lato oscuro sta tutto nel titolo del romanzo, in quel siero nero ambiguo e pericoloso. Per fortuna il metaforico liquido organico in questione scivola nelle vene a tempo di fiction.
Che dire, senza spoilerare nulla? L’opera prima di Matteo Lorenzi è Matteo Lorenzi stesso, con una buona dose extra in omaggio. Un autore da seguire e che saprà stupirci con il tempo, con l’esperienza e con tutta la sensibilità del caso. Buona lettura, signori. Prendetevi tempo, ve ne servirà, ma entrate in sintonia con una figura spontanea e naturale.

https://www.publistampa.com/edizioni/prodotto/siero-nero/