Stephen King – Revival (2015)

Revival

Finito in tre giorni o quasi. Cosa buona, quindi: King, anche nel 2015, dopo oltre 40 libri pubblicati, riesce ancora a tenere in pugno i lettori. Revival è un gran bel romanzo, e chi se ne frega se in passato la “stessa penna” ha saputo raccontare cose migliori. Le atmosfere (e la dedica iniziale) richiamano in maniera netta i grandi scrittori del passato, da Lovercraft a Stoker, da Mary Shelley a Robert Bloch, e tutto l’insieme, di conseguenza, si tinge di gotico e paranormale.

Jamie Morton, voce narrante, ripercorre tutta la sua vita, dall’infanzia alla vecchiaia, concentrandosi sulla figura di Charles Jacobs, all’inizio giovane e brillante reverendo nella cittadina del New England in cui Jamie e famiglia vivono. Il pastore è intelligente, affascinante e amato dai suoi esigenti parrocchiani e soprattutto da Jamie, che lo vede come un vero e proprio eroe. L’uomo nutre tra l’altro una smisurata passione per l’elettricità, un’ossessione che prende vita nelle sue strabilianti invenzioni. Le tragiche e improvvise morti della moglie e della figlia segnano una svolta nella sua esistenza; Jacobs lascia il paese e perde la fede in Dio.

Dopo trent’anni le strade di Jamie e Jacobs si toccano nuovamente. Il primo è un chitarrista famoso ed eroinomane, mentre il secondo è un imbonitore ambulante, un guaritore, che usa il denaro guadagnato dai suoi “numeri” per portare avanti i suoi esperimenti elettrici. Il piano dell’ex reverendo è tuttavia molto più grande e terrificante: sfidare, conoscere e sconfiggere la morte con la corrente elettrica…

Siamo davanti a un lavoro doloroso, cupo e incredibilmente pessimista. Gli ultimi capitoli non offrono nessuno spiraglio di speranza. Scienza e religione sono colossi che, ahimé, non garantiscono nulla, anzi rendono l’uomo misero, insignificante e tragicamente vulnerabile. King, richiamando atmosfere alla Lovercraft, mostra la più completa diffidenza nei confronti di qualsiasi culto e non concede niente se non il nulla finale. E cosa c’è di più terrificante? Non svelo altro, il romanzo è davvero molto bello, da scoprire pagina dopo pagina. Un libro inquietante che lascia inevitabilmente un profondo vuoto…

Stephen King-It (1986)

Aggiungo una nuova recensione. Ormai è un classico…

It cover

Non è per nulla facile dedicare qualche riga a questo tomo di 1300 pagine, entrato con prepotenza (ma con diritto) nell’olimpo della letteratura mondiale. No, non è facile aggiungere nuovi spunti di riflessione al capolavoro di King, reso ancor più celebre e inquietante grazie alla miniserie tv del 1990, con Tim Curry nei panni di Pennywise, il terribile clown. Ammetto di aver letto It in età avanzata, non molto tempo fa, decenni dopo l’uscita. Male, molto male. King non ha scritto soltanto un gioiello della narrativa horror, ma una vera e propria saga, capace di toccare una serie infinita di tematiche. Tra queste spicca senz’altro la brutalità delle fobie patite nel corso dell’infanzia, belve fameliche in grado di segnare e di condizionare inevitabilmente la crescita di un individuo. Il racconto si muove in un periodo di tempo che va dal 1957 al 1985. E’ la storia di sette ragazzini di Derry, cittadina immaginaria del Maine, diversissimi tra loro, ma accomunati dallo stesso orribile destino. Tutti, infatti, hanno incontrato It, una creatura mostruosa che, per nutrirsi, esce dal proprio sonno ogni 27-30 anni. Dopo la prima vittoriosa (o quasi) battaglia, i bambini, capitanati da Bill Denbrough, giurano con il sangue di tornare a Derry per affrontare It in caso di ritorno…

Come scrivevo, riassumere in poche righe la montagna di emozioni, di storie, di intrecci, di violenze e di drammi presenti in questo grandioso romanzo è difficile, quasi impossibile. It è un testo impegnativo, ma da leggere assolutamente. E’ uno di quei libri capaci di segnare profondamente la “carriera” di un lettore, non tanto per la trama, comunque splendida, ma per lo strabiliante potere introspettivo. Una volta terminata la lettura si ha come l’impressione di aver “salutato” a malincuore sè stessi. Perchè forse siamo davvero bambini travestiti da “grandi”, con gli stessi identici demoni di un tempo, demoni ai quali, in età adulta, possiamo soltanto attribuire un nome più preciso, dettato da una maggiore consapevolezza.

Difetti del romanzo? 1300 pagine sono 1300 pagine, forse un po’ troppe, data anche la mole infinita di personaggi e di intrecci. Per il resto, premesso che questo è un horror-fantasy, semplicemente “tanta roba”, e per tutti i palati.

-LA FRASE: E quasi per sbaglio Eddie scoprì una delle grandi verità della sua infanzia: i veri mostri sono gli adulti.

-LA CURIOSITA’: In una pagina del suo libro lo scrittore inserisce il nome di un personaggio di Shining: il cuoco di colore Dick Hallorann che, grazie alle sue doti paranormali, riuscirà a salvare alcuni dei suoi amici (tra cui il padre di Mike Hanlon) dal terribile incendio del Punto Nero, una scalcinata locanda adibita a luogo di ritrovo per persone di colore.